#FOCUS / Lo strano caso del Dottor Pichetto e di Mister Fratin

Vuole l’eolico, il nucleare e riaprire le miniere: intanto smantella i Parchi Geominerari nazionali… (vedi quello dello Zolfo delle Marche/Romagna, per non parlare della Sardegna e delle Colline Metallifere)

di ALESSANDRO BALDASSERINI

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ALLA CORTESE ATTENZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE GILBERTO PICHETTO FRATIN e/o DEI SUOI PARENTI E AMICI PIU’ STRETTI

Egregio Sig. Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (lo ribadisco perchè, nel caso nessuno l’avesse finora avvisato, attualmente Ella ricopre – misteriosamente – questo incarico), mi permetto di inviarLe questa nota informativa che – sono certo – verrà sottoposta alla Sua autorevole attenzione. E lo dico, non fraintenda, perchè chi le scrive ha conoscenza e dimestichezza con il suo Ministero, frequentato fin dai tempi del Ministero dell’Ecologia (un appartamento in Via del Tritone) e poi dell’Ambiente a Piazza Venezia, e infine traslocato in Viale Cristoforo Colombo. Potrei perfino fare l’elenco dei Ministri e dei Direttori che ho conosciuto, intervistato e con cui ho anche collaborato: ma glielo risparmio, anche per evitare penosi confronti con l’imbarazzante presente.

A dirla tutta, in effetti, sono perfino incerto se inoltrare questa missiva: e poi, a chi? Al Dottor Pichetto o al Signor Fratin? Perchè ancora mica è chiaro chi, dei due, gestisce quell’incarico. Una sorta di dicotomica “coabitazione”: come funziona, fate a “pari e dispari”? Oppure vi alternate un giorno per uno?

Chiedo perchè, a questo punto, è giusto spiegare ai lettori e alle lettrici di #GO chi è – o almeno si suppone che sia – il Ministro dell’Ambiente (nonchè della Sicurezza Energetica: ohibò!). Quello che vedete in TV ai “summit” internazionali si erge a paladino della green economy e della “transizione ecologica”: vediamo come, nei fatti. Per esempio, in Sardegna, propone e autorizza una distesa di pale eoliche e impianti fotovoltaici, in terra, in mare e in ogni dove: ma, non contento, vorrebbe (chi, Pichetto o Fratin?) destinare sull’Isola anche il Deposito Nazionale dei rifiuti nucleari. E, già che ci siamo, agogna d’installarci anche una centrale nucleare “di futura generazione” (quale, prima o poi, Pichetto o Fratin ce lo spiegheranno). Ma mica è finita qui: perchè, mentre il primo è diretto responsabile del Parco nazionale Geominerario della Sardegna, l’altro è ben disposto a riaprire le miniere in cerca delle mitiche “Terre Rare”, avocando a sè le competenze della Regione (che del Parco fa parte nel Consorzio).

Comprenderete bene, quindi, il nostro dubbio: o siamo in presenza di un “dualismo” oppure – tertium non datur – di un patologico sdoppiamento della personalità. Tanto per dire: mentre la Ministra Bernini si gingilla con il “modellino in scala” dell’Einstein Telescope (a Perugia: 6 milioni di euro del PNRR) che dovrebbe sorgere a Sos Enattos, Pichetto Fratin (questa volta in coppia) non ha ancora speso una parola sul Parco eolico che ancora incombe – come una Spada di Damocle sulla candidatura – nei dintorni di Lula. E mentre si spendono soldi (sempre del PNRR) per fare convegni su come “valorizzare” i geositi minerari dismessi in chiave turistica, che fanno – ripeto – parte dei Parchi nazionali geominerari (di diretta emanazione del Ministero dell’Ambiente), al tempo stesso si vagheggia la riapertura delle miniere: della serie “la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra”…

Ma, a ben guardare, non sfugge un particolare: e cioè che, in questo contesto, sono proprio i Parchi nazionali Geominerari il “nocciolo del problema”, o per meglio dire la loro stessa “esistenza” (per Pichetto non so, ma per Fratin di sicuro sì). Prendiamoli in esame:

PARCO MINERARIO DELLO ZOLFO DI MARCHE/ROMAGNA: dai primi di maggio (inclusi i 45 giorni di “prorogatio”) il Presidente e il Consiglio Direttivo, nonchè il Direttore facente funzioni, sono scaduti: ergo, il Parco è totalmente bloccato. Più volte sollecitato, il Ministro (ora non chiedetemi chi dei due…) non ha ancora provveduto a sanare la situazione. Niente, neanche la nomina di uno “straccio” di Commissario, che di solito non si nega a nessuno… Quanto può resistere un Parco in queste condizioni prima di chiudere i battenti?

PARCO GEOMINERARIO DELLA SARDEGNA: Qui, la Commissaria (che scade a metà agosto) c’è: ma da tempo i Sindaci dei territori chiedono che venga avviato l’iter per il reinsediamento del Presidente e del Consiglio Direttivo per la normale gestione. Pichetto&Fratin fanno “orecchie da mercante” e non si pronunciano, anche per non dover concertare le nomine con la Todde e la sua Giunta ubicata sull’altra sponda. E poi fa comodo: un eventuale ritorno nei Geoparchi Unesco potrebbe essere d’intralcio sia all’assalto eolico che per il Deposito nazionale delle scorie nucleari. Senza contare la riapertura delle miniere…

PARCO DELLE COLLINE METALLIFERE – Unesco Global Geopark: A proposito, da Gavorrano e dintorni giungono strane “voci”, peraltro tutte concordanti tra loro. Quella più “interessante” (e preoccupante) riguarda proprio i due rappresentanti in Consiglio Direttivo nominati dal Ministero dell’Ambiente (devo supporre uno da Pichetto – quello di Forza Italia – e l’altro, della Lega, da Fratin). I quali, fin dal primo giorno del loro insediamento, non hanno fatto altro che mettere in discussione e contestare l’operato della Direttrice Alessandra Casini. Un po’ come quando Spalletti, per gelosia, mise in panchina Totti… E giungendo perfino a dire (di fronte a una attonita Agata Patanè, responsabile della RE.MI dell’Ispra, che in videoconferenza aveva difficoltà a intervenire) che l’appartenenza alla Rete Mondiale dei Geoparchi Unesco era, oltre che “inutile”, una (testuale) “roba da radical-chic”… A parte tutto, stendendo un pietoso velo, resta una “curiosa” coincidenza: sono le stesse parole che usava dire Ciro Pignatelli (funzionario, ricordiamolo, del Ministero dell’Ambiente) nel 2019, ai tempi dell’ispezione Unesco che si tramutò poi nel tristemente famoso “cartellino rosso”. Tanto da ricevere, a giochi fatti, il rimbrotto del Presidente Agus che si lagnò (#GO ha il documento “originale”) di esser giunti all’appuntamento con le due Commissarie “con l’acqua alla gola”… Siccome dubito che i due “personaggi” abbiano avuto frequentazione con l’ex Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, trovo appunto quanto meno “curioso” che, a distanza di anni e chilometri, ripetano  gli stessi concetti. Come una filastrocca mandata a memoria. Ci sarà mica un “suggeritore” in Viale Cristoforo Colombo, a Roma?

E cosa dire, a proposito di pale eoliche, “terre rare” e riapertura di miniere, che si parli proprio di Toscana, Lazio e Sardegna? E cioè, guarda caso, là dove vi è un Geoparco minerario Unesco e dove vi sono progetti per entrarvi (Geoparco degli Etruschi) e di rientrarvi (Sardegna). Domandare è lecito: al dottor Pichetto (no rega’, “Pochetto” nun lo scrivo), o se preferisce il signor Fratin, la cortesia di rispondere. Ah, un’ultima domanda: a questo punto, a cosa serve la RE.MI. (Rete Mineraria Italiana, istituita presso l’ISPRA, anch’essa di diretta emanazione del Ministero dell’Ambiente) creata per “valorizzare” i parchi e i geositi minerari? Chiedo per un amico, di Agordo.

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