#ROSAS / La risposta di Tunis al “ragionier Lai”

La replica al Presidente dell’Associazione: “Una ricostruzione contabile parziale, incompleta e distorta”

di GIANFRANCO TUNIS

Egregio ragionier Lai,

ho avuto modo di leggere la “sua” verità sulla disastrosa gestione del sito turistico-culturale di Rosas e Le posso assicurare che non sono rimasto affatto sorpreso dalle cose dette, anche perchè sono le “solite storie” che da tempo racconta sommessamente a sua discolpa.

Ha presentato, infatti, un rendiconto della sua attività amministrativa con un “cumulo” di dati e di cifre senza un riscontro probante; non ha distinto fra i cosiddetti “debiti” della precedente gestione e quelli di cui è causa la sua attuale gestione, in collaborazione con il suo “nume tutelare”. Insomma, il rendiconto da Lei pubblicamente presentato appare incompleto, con fatti e verità dette strategicamente per “avvalorare” i dati.

Quale fosse la vera situazione finanziaria di Rosas la conosceva da tempo, già da quando sedeva sui banchi dell’opposizione in Consiglio comunale, per avere più volte chiesto – e ottenuto tempestivamente – atti e bilanci dell’Associazione. Ero convinto che Le fosse tutto chiaro, che avesse compreso che, nonostante il “lenzuolo finanziario” fosse corto, si era riusciti a realizzare una eccellenza con tutti i conti in ordine; invece, da come si “agita”, ne ho tratto la conclusione che poco ha compreso, oppure che tende con ipocrisia a non riconoscere la verità. Come ben sa, i risultati della mia “mia” gestione li conosce molto bene: anche per averli esaminati allorquando la Giunta comunale li ha approvati – all’unanimità – con atto n. 26 del 17 giugno 2022. In detta seduta di Giunta si è preso atto delle risultanze contabili del consuntivo 2021 che presentava un “disavanzo” di soli 26.712,59 euro.

Dopo di ciò, le sue “ricostruzioni” contabili non fanno testo. Rendicontare oggi con “manipolatoria strategia” è peculiare di chi ama distorcere la realtà e non è in grado di fare obiettiva autocritica. “Scaricare” responsabilità su altri è sindrome di “vittimismo cronico”, difficile da curare. Perchè non ci dice come mai, nell’elenco delle passività da Lei indicate, ha “evitato” di evidenziare i debiti causati e voluti dal Comune di Narcao per “appesantire” la già precaria situazione finanziaria dell’Associazione? Ha voluto essere soltanto politicamente corretto o ha voluto evitare possibili “conflitti” che potrebbero generarLe qualche “malessere” emotivo? Perchè non ha scritto che la sua maggioranza che amministra il Comune di Narcao ha applicato – illegittimamente – la TARI al Museo, di “sua” proprietà, dal gennaio 2022, chiedendo i “salatissimi” tributi con gli arretrati di ben 5 anni? Eppure sono debiti per oltre 130.000 euro!

E perchè non dire che per spese di giudizio, per aver ricorso contro i lavoratori che chiedevano quanto loro spettante di emolumenti, dovrà pagare qualche decina di migliaia di euro per aver perso, con sentenza, una decina di cause? Anche questi non sono debiti? Perchè “celare” che dai fondi regionali, destinati all’Associazione per il suo funzionamento, sono stati stornati ben 34.000 euro per pagare ENEL SOLE per il consumo di energia elettrica a Rosas nonostante non vi sia un contatore che separi il consumo dell’illuminazione pubblica da quello necessario per lo svolgimento delle attività (vedi Delibera di Giunta n. 52 del 25 luglio 2023)? Non sono, queste, risorse che vengono meno al bilancio dell’Associazione in un momento di particolare difficoltà? Perchè non dire che, con risorse finanziarie destinate a Rosas, sono stati pagati cospicui onorari ad avvocati per il rilascio di pareri e per assistenza giuridica nell’intento di poter allontanare dal lavoro diversi dipendenti ritenuti “non graditi”? La relativa spesa di 20.298,27 euro non ha forse “inciso” nell’economia dell’ente? E perchè “tacere” che con risorse destinate all’Associazione il Comune di Narcao ha effettuato un pagamento, per circa 15.000 euro, a favore di un fornitore di connessione a internet sebbene i costi dovessero essere a carico del Comune stesso?

Questi e altri fatti, nascosti, ostacolano l’accertamento della verità e conseguentemente vanno a “minare” il raggiungimento degli obiettivi cui un amministratore dovrebbe tendere. Inoltre, anche i Soci, causa la mancata elencazione di questi fatti, possono essere indotti in errore e possono altresì andare incontro a serie difficoltà di comprensione della situazione nonchè a problemi nell’esercizio di controllo dei documenti contabili, per cui l’amministratore potrebbe incorrere in una azione di “rivalsa” per i danni risarcibili. In verità, così facendo, per portare a termine un “preciso disegno”, si butterà alle ortiche un lavoro di oltre 15 anni che ha significato tantissimo come immagine per tutto il Sulcis Iglesiente e oltre.

Eppure la “rotta” era già ben delineata e anche l’equipaggio è sempre stato molto bravo a svolgere al meglio i propri compiti. Ma forse, certuni, non sono nemmeno ancora consapevoli di ciò che si sono “caricati” sulle spalle. Ma tant’è… Meglio restare comodamente aggrappati a due poltrone su un trono di cartone. Fin da subito, dopo la sua nomina, ha “inscenato” il dramma di un ente che non funziona per colpa di coloro che lo hanno preceduto: l’importante era dimostrare che tutto stava andando a rotoli. Qualcuno mi spieghi come si può amministrare un’azienda andandoci raramente e facendosi supplire da volenterosi dipendenti: ma, soprattutto, come può opporsi in Tribunale alle richieste di giustizia della quasi totalità dei dipendenti? Veramente assurdo. Ora, non avendo il perfetto controllo della nave, pare intenzionato a lanciarla sugli scogli pur di evitare di lasciarla in mano a un nuovo “capitano”. Prosegue, imperterrito, nella sua corsa anche se la nave dovesse schiantarsi in tanti pezzi: “Muoia Sansone con tutti i Filistei!”. Gli è bastato davvero poco tempo per creare una situazione difficilmente ancora sostenibile: e i giochi sembrano fatti… “Soldi non ce ne sono più, non si può più comprare nulla, meglio chiudere alcuni rami d’azienda”, anche se sono i più produttivi di risorse.

Ma allora, se tutto va male, cosa si può fare? La risposta, la più logica, dovrebbe essere: mi dimetto, meglio puntare su qualcun altro che metta in campo azioni più appropriate alla ricerca di attività più propizie. Però, nonostante i problemi, sentiti i proclami, parrebbe che non abbia ancora intenzione di “scendere dalla giostra”: forse ha davanti ancora una mission, salvare il “tesoretto” dalla “aggressione” di dipendenti disperati. A proposito, anche quel “mistero” non è stato svelato ma, ne siamo certi, prima o poi tutto sarà più chiaro. E sarà un evento che farà “rumore” più di un albero che cade.

Da quanto detto, ne consegue che cresce a dismisura l’aspettativa di una ordinata esigenza di definitiva chiarezza sui numeri: ma la “piena chiarezza”, ne sono sicuro, verrà fatta da “altri”.

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