#GO / Il “boom” del geoturismo, una risorsa per lo sviluppo

Uno studio di Banca Ifis per FederTurismo conferma e certifica il trend positivo di un settore sempre più in crescita

di Alessandro Baldasserini

(Con la collaborazione di Alessandra Camilletti)

Un recente studio di Banca Ifis, commissionato da FederTurismo-Confindustria, conferma quanto da tempo va sostenendo #GO e certifica lo stato di salute del “geoturismo”, che si pone all’avanguardia nel settore delle vacanze e che ha registrato nel 2022 un vero e proprio boom in grado di allungare la “stagione”. Un settore sempre più in crescita, volano di sviluppo e valorizzazione dei territori, che rappresenta – afferma Marina Lalli, presidente di FederTurismo – “una potenzialità enorme anche in termini di indotto”.

Il report di Banca Ifis (“Un’industria leader per il futuro che cambia”) punta i riflettori su quello che adesso viene definito “turismo esperienziale” e prende in esame cinque specifici settori: “Cultura e riscoperta dei territori”, “Natura e svago”, “Spiritualità”, “Enogastronomia” e “MICE (Meeting, Incentive, Conference and Exhibition) e grandi eventi”. L’obiettivo principale del geoturismo, sottolinea lo studio, è quello di “permettere ai visitatori di apprezzare e godere della bellezza e della diversità dell’ambiente naturale, promuovendo al contempo la conservazione e la sostenibilità dell’ambiente stesso, generando valore economico e nuove opportunità, puntando su sostenibilità, innovazione ed esperienzialità, in grado di rappresentare un valore attrattivo e un potenziale economico enorme”.

E i dati, per il 2022, confermano questo trend: a cominciare dalla durata media dei pernottamenti nelle strutture ricettive, passati da 4,4 notti del 2019 ai 5,1 del 2022, registrando un +16% con una spesa media pro capite di 483 euro. Un settore che coinvolge a vario titolo 4,5 milioni di posizioni lavorative di cui 3,4 milioni a tempo pieno. In questo quadro, un ruolo trainante è rappresentato dai Parchi, siano essi nazionali che regionali, con oltre 3 milioni di visitatori: tra le mete più gettonate, il Parco Nazionale dello Stelvio (oltre 800.000 presenze) e quello del Gargano (più di 500.000), mentre la palma del primato come “meta ideale” per l’esperienza-natura spetta al Trentino Alto Adige con circa 1 milione e mezzo di presenze nei suoi parchi. Ma va aggiunto che altri siti, vedi la Liguria con le 5 Terre e l’Abruzzo con il Geoparco della Maiella, si stanno facendo largo sul mercato.

“Una delle ragioni di questo fenomeno – spiega la presidente di FederTurismo” – sta nel periodo Covid. Lo stare chiusi in casa ha fatto registrare una serie di cambiamenti nel mondo del lavoro ma anche nel tipo di vacanza, diventata necessità di conoscere qualcosa di nuovo. Cresce il desiderio di outdoor, a contatto con aria e natura, un fenomeno a cui si aggiunge il tema della sostenibilità ambientale”. Ecco così che aumenta il numero di attività che i viaggiatori praticano, con benefici effetti sul conto economico e relative ricadute sul territorio: “Un impatto importante – ribadisce Marina Lalli – che ci fa rendere conto di quanto sia possibile fare in Italia e di quale sia la potenzialità dei nostri Parchi anche in termini di indotto”. Per questo, prosegue, “occorre un piano di promozione dei parchi – siano essi naturalistici, archeologici o di archeologia industriale – che comprenda l’intero territorio e non catalizzando l’attenzione solo su uno o due luoghi. E serve una strategia comunicativa, calibrata nell’arco dell’intero anno: l’Italia non è posto di sole vacanze estive”.

Uno spunto di riflessione lo offre il settore dedicato ai “Cammini della Spiritualità” (come quello, in Sardegna, del Cammino Minerario di Santa Barbara) che, secondo lo studio di Banca Ifis, ha una potenzialità di 3 milioni di presenze con un valore calcolato in 1 miliardo e 300 milioni di euro. Fossi un candidato alle prossime elezioni regionali ci farei un pensierino sopra…

Lascia un commento