#FOCUS / Il “Modello Baleari” un esempio per la Sardegna

L’ultima puntata dell’inchiesta di #GO sull’eolico

di Morena Deriu*

(*Giornalista Freelance – Università di Cagliari)

quello che ci insegnA la lezione della spagna

di Alessandro Baldasserini

A conclusione della nostra mini-inchiesta sull’eolico, facciamo un salto alle Baleari per studiare – grazie alla valente penna di Morena Deriu – il percorso di sviluppo “green” da loro intrapreso verso la transizione energetica. Fin qui, abbiamo fatto il punto sull’attuale situazione energetica della Sardegna; ci siamo addentrati nel mondo delle “Comunità Energetiche”, che possono rappresentare un’alternativa all’assalto alla diligenza a cui stiamo assistendo; infine, abbiamo raccontato la curiosa (e per certi versi assurda) vicenda che scuote l’opinione pubblica della Scozia: in effetti, abbattere alberi per “impiantare” pale eoliche non sembrerebbe una mossa intelligente (non è che qualcuno abbia avuto la stessa pensata per la Sardegna?): tutte storie che difficilmente leggerete sulla grande stampa nazionale. Per esempio, su “La Stampa” troverete, invece, un’intervista a un noto scienziato del CNR, per il quale “Prima ancora della transizione energetica serve quella mentale”, per argomentare le resistenze alle nuovi fonti alternative. Cioè, è colpa di chi non capisce, non di chi non è in grado di spiegare… Cominci lui, per esempio, a illustrare alla comunità della Sardegna – che si è vista inondare di richieste per quasi 58 Gigawatt – l’utilità e i vantaggi che deriverebbero al tessuto socioeconomico dell’Isola e il “perchè”, malgrado già produca un surplus energetico del 40%, la bolletta energetica per le sue aziende e la sua popolazione sia la più cara d’Italia…

Ecco quindi la ragione del confronto con il “Modello Baleari, che è l’esatto opposto di ciò che sta avvenendo in Sardegna. Da cui trarre, leggendo il servizio, alcune lezioni che qui brevemente riepilogo: 1) La Comunità (Regione) delle Baleari è realmente “autonoma”. Tanto da predisporre un proprio “piano energetico”, tramite la “sua” Azienda per l’Energia: che, tra le altre cose, NON prevede alcun parco eolico off-shore. Il mare delle Baleari non si tocca, è off-limits; 2) Questo piano, che prevede la riconversione “green” delle isole dell’arcipelago, dovrà essere attuato un poco per volta, spalmato su vari anni, e verificate le compatibilità: nessuna “aggressione” al territorio; 3) Ma, soprattutto, solo dopo un vasto e capillare programma d’informazione che raggiunga e coinvolga non solo la popolazione residente ma anche quella dei turisti, così da renderli partecipi e consapevoli dei vantaggi che ricadranno sulle Baleari.

Sinceramente: vi sembra lo stesso metodo adottato per la Sardegna? Ma di tutto ciò temo che non leggerete nulla sulla nostra stampa nazionale (e tantomeno su “La Stampa”).

PALMA DI MAIORCA – Avete mai pensato alle Baleari come a un punto di riferimento per la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili? L’arcipelago del Mediterraneo occidentale, noto soprattutto per alberghi, villaggi turistici, animazione e divertimento, sta, infatti, per trasformarsi anche in un punto di riferimento nel settore delle energie rinnovabili e, in particolare, dell’energia prodotta dal vento, l’energia eolica.

Il traguardo da raggiungere nei prossimi anni è, infatti, senz’altro ambizioso: prima, divenire completamente auto-sufficienti dal punto vista energetico e, poi, produrre così tanta energia da aiutare la Spagna a raggiungere la quota del 20 % di energia da fonti rinnovabili, richiesta dall’Unione Europea a ognuno degli Stati membri (le Baleari sono, infatti, una comunità autonoma dello stato spagnolo, con capitale Palma di Maiorca). Infine, si potrà pensare a produrne così tanta da poter soddisfare il fabbisogno energetico dell’intera Spagna. Perché ciò sia possibile, bisognerà implementare e sfruttare il più possibile il settore dell’energia eolica, in tutte le isole dell’arcipelago (dalle maggiori, Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera, alle tre minori, con Cabrera e il suo parco nazionale). In questo modo, la Industria y Energía (la locale azienda per le energie rinnovabili) punta anche a sensibilizzare locali e turisti sull’importanza delle energie rinnovabili, in tema di autosufficienza energetica, oltre, ovviamente, a produrre energia pulita.

Allo stato attuale, però, l’energia eolica prodotta dagli impianti delle Baleari raggiunge appena il 2 %, un quantitativo decisamente basso , oltre che lontano di ben 18 punti percentuale dalle previsioni UE. La situazione comincerà a cambiare già con l’installazione di pale eoliche sulle isole di Ibiza e di Palma e avrà ripercussioni importanti sull’intero arcipelago, dall’ambiente (grazie alla minore produzione di smog e inquinamento) all’economia, con la creazione di nuovi posti di lavoro, proprio nel mercato dell’energia.

Il progetto di Industria y Energía prevede, infatti, a detta di Jaume Ochogavía (direttore generale dell’azienda), di favorire il ricorso all’energia eolica sia nelle aree urbane sia in quelle residenziali. E, infatti, nei prossimi mesi saranno installate tutta una serie di pale eoliche da Palma (nel parco di Sa Riera) a Escorca (nel Rifugio di Son Amer), passando per l’edificio della polizia locale a Ciutadella e fermandosi (si fa per dire) a Ibiza, al Recinto Ferial. E questo (promette Ochogavía, in accordo con i responsabili del Piano energetico per le Rinnovabili del governo regionale) è solo l’inizio!

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